Corsi CAI Sci Alpinismo

ARTVA

Apparecchio Ricerca Travolti in Valanga

Prima uscita ufficiale del corso SA1 della scuola intersezionale di Scialpinismo della valle dell’Adda.

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Dove: Alpe Devero 1630 m

Pernottamento: Rifugio CAI Castiglioni (sez. Gallarate)

Regione/Stato: Piemonte – Italia

Cosa abbiamo imparato?

Tecnica

  1. Uso generale dell’attrezzatura
    (sci, attacchi, pelli, pala, sonda e ARTVA)
  2. Progressione di base (in piano, pendenza e diagonale)
  3. Le famose “pertichette” o Dietro-front di base
  4. Uso dell’alzatacco

Uso dell’ARTVA

Abbiamo visto come funziona un ARTVA, portata e tipologie presenti in commercio: a una, due o tre antenne (analogici, analogici/digitali, digitali). Prova sul campo della diversa esperienza di ricerca con apparecchi differenti, uso del volume e posizione da tenere del dispositivo.

Abbiamo simulato le varie fasi di ricerca con singolo soccorritore:

  1. Stabilire se il terreno è percorribile a piedi (effettuare quindi una traccia  a “greca“) o con gli sci (traccia a “zig zag“)
  2. Ricerca del PRIMO SEGNALE (marcare il punto con un bastoncino da sci)
  3. LOCALIZZAZIONE del travolto
  4. Ricerca di precisione nella fase FINALE detta a “Croce (mantenere l’ARTVA sempre nella stessa posizione senza ruotarlo portandosi vicino al terreno).
  5. Procedere con il SONDAGGIO (abbiamo seppellito anche uno zaino per provare a sondare il terreno e capire cosa cambia quando si tocca il terreno, una roccia, oppure appunto un corpo o uno zaino).

Nonostante avessimo tenuto una lezione teorica sull’argomento, è assolutamente necessario fare delle prove pratiche  ed esercitarsi per capire al meglio il metodo di ricerca. Questa giornata mi è stata davvero utile per capire il funzionamento di questo dispositivo, che sicuramente andrà ancora approfondito.

Ottima serata in compagnia di tutti gli istruttori e corsisti al rifugio castiglioni!

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Testo e foto di Elena Monistier

A proposito dell'autore

Elena

Amo andare in montagna perché casa e ufficio mi stanno stretti. In montagna il sentiero è l'unica via da percorrere, il fiato non si spreca in parole inutili ma bisogna conservarlo e per arrivare in cima basta mettere un passo dietro l'altro. Vado in montagna perché cieli e panorami si fondono e confondono in forme e colori sempre nuovi, come sentimenti che si aggrovigliano inconsciamente come i colori sulla tela su cui dipingo, i pixel sul monitor in ufficio e la luce nell'obiettivo della mia macchina fotografica. Forse è per questo che in quota telefonini e internet funzionano a singhiozzo, è la natura che ti dice: "Lascia il lavoro a valle, stai con gli amici e con chi ami, stai con gli animali, stai con te stesso. Non ti serve nient'altro.

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