Alpinismo su ghiaccio In montagna

D’inverno al Pizzo Badile

Scritto da Elena

…il fascino della grande Montagna alle porte della Valchiavenna nella storia delle sue salite d’inverno


Testo e foto di Renata Rossi
guida alpina

www.renatarossi.it

…Già alle porte di Chiavenna, salendo verso la Bregaglia, il profilo della grande Montagna ci appare all’orizzonte.

Il Pizzo Badile , con la parte alta della sua parete Nord Ovest spunta fra le cime della Valle ,inconfondibile per statura e bellezza.

Ad ogni stagione dell’anno questa montagna assume un fascino particolare e sempre diverso . L’estate è roccia viva, gigantesco blocco di grigio granito …in primavera e d’autunno cambiano i colori e il granito si copre d’arabeschi di ghiaccio. Ma è d’inverno che il Badile ci appare in tutta la sua selvaggia bellezza e ci fa vivere la dimensione e respirare l’aria delle lontane montagne della Patagonia…

Provate a salire in Bondasca d’inverno…già all’imbocco della Valle l’aria cruda che scende dal ghiacciaio vi prende e vi accompagna per tutto il cammino… fin dove il bosco finisce e iniziano i pendii morenici che salgono ai piedi della Parete…

…la Parete d’inverno, sogno degli ”alpinisti d’inverno…”

Da qui possiamo leggere il Badile come fosse un libro di storia. Pagine scritte dagli alpinisti che hanno scelto la stagione del gelo, del vento freddo, della neve e del ghiaccio per scalare la Montagna… Perché ?…Domandatelo a loro. Ognuno vi darà risposta, una diversa dall’altra. Chiedetelo ai loro occhi, vi racconteranno l’avventura vissuta nel cuore della Montagna. Stringete loro la mano, sentirete tutta la forza della Montagna .

La prima grande invernale al Badile è ad opera della cordata italo.svizzera di Armando,Calcagno e Gogna con Darbellay, Bournissen ,Troillet .

Nei giorni tra il 21 dic. ’67 e il 2 genn. ’68 salgono la mitica “Via Cassin” alla parete NordEst. Pochi anni dopo , (14-19 marzo ’70) i fratelli Antonio e Giovanni Rusconi di Valmadrera-specialisti delle grandi salite d’inverno, aprono una nuova via alla parete EstNordEst , la”Via del Fratello”.
Da menzionare pure la prima salita invernale del leggendario spigolo Nord , ad opera dei Ragni di Lecco Pino Negri, Aldo Anghileri e Casimiro Ferrari. ( inverno 1965 ).

Sulla parete NordOvest nei giorni 22.24 dicembre ’74 la bella impresa della cordata dei fratelli Gugiatti di Sondrio con il nostro Carlo Pedroni di Chiavenna : prima salita della classica “Via Bramani-Castiglioni”.

Negli anni a seguire altre notevoli realizzazioni , fra le quali spiccano la salita in prima invernale della “Via degli Inglesi” alla parete EstNordEst, un itinerario di estrema difficoltà , ad opera delle ragazze Cecoslovacche Zusana Hofmanova e Alena Stehlikova ( febbraio ’82). Negli stessi giorni i loro compagni ( Franta e Honza) salgono la “Via Memento Mori” , una “direttissima” very very hard alla parete NordEst.
Nell’inverno ’84,’85 la prima invernale al Pilastro EstNordEst, la “Via Nardella” ad opera di due giovani lecchesi, Antonello Cardinale e Danilo Valsecchi.

E ancora la bella realizzazione dei fratelli Lisignoli di Piuro, Guido e Massimo. La loro prima invernale alla mitica “Ringo Star” sulla parete NordOvest è una “ pietra miliare “ nella storia del nostro alpinismo di Valchiavenna…

Senza dimenticare le notevoli salite di Stefano Pizzagalli e compagni al “Gran Diedro” e a “Galli delle Alpi” sempre sulla parete NordOvest.

L’ alpinismo invernale, nella storia dell’alpinismo stesso, fa parte di un capitolo speciale .

Le cordate che scalano la montagna nella stagione più cruda e fredda dimostrano tecnica, audacia ed esperienza ai massimi livelli- ma l’espressione più “pura” , più intima e più completa è sicuramente l’alpinismo solitario invernale.
Cosa vuol dire ?… Significa che l’uomo alpinista è solo , nel cuore della montagna d’inverno. Scala su rocce coperte da arabeschi di ghiaccio , sulla neve tante volte inconsistente…i suoi compagni sono le fredde notti stellate , il vento che si alza gelido . La montagna con le sue Voci.

E il Badile d’inverno è la loro Montagna.

Tre nomi conosco , tre nomi per il Badile, da soli, d’inverno.

Per lo spigolo Nord ricordo Giorgio Anghileri di Lecco.
Da Soglio lo avevamo seguito e visto uscire in vetta …solo lungo gli oltre mille metri di spigolo , veloce nella sua progressione, in un inverno già lontano.

Poi, per anni,nessuno.

Ma , come si dice, “il vento fa il suo giro… e prima o poi ritorna…”.
Così è successo in questi ultimi anni. Il vento delle grandi invernali al Badile è tornato.

Tra il 2004 e il 2008 Rossano (Libera) e Fabio (Valseschini ) hanno “firmato” quattro capolavori sulla Montagna.

Prime solitarie assolute alla “Ringo Star” sulla parete NordOvest (Rossano , 2004 ) – alla “Via del Fratello” e alla “Via degli Inglesi “ (Fabio, 2007-2008 ) sulla parete EstNordEst , alla “ Via Cassin” sulla grande lavagna di granito della NordEst (Rossano ,2008).
…Emozioni forti e uniche che Rossano ci comunica , presentando nelle sue serate – incontro le immagini di quei giorni lassù nel cuore di ghiaccio della Parete.

Chiudo qui il gran libro del Badile d’inverno .

Vi ho “ trasportato” per qualche attimo fra le pagine di ghiaccio, neve e roccia scura della Montagna … non mi resta che invitarvi a risalire quest’inverno con le ciaspole ai piedi la magica Valle alle pendici del Badile,la Val Bondasca…per vivere da vicino il fascino e l’atmosfera d’un ambiente ancora incontaminato e selvaggio, sulle tracce dell’orso… (…ma questa è un’altra storia…)

Alpinismo & Co ringrazia la guida alpina Renata Rossi per testo e foto.

Testo e foto di Renata Rossi –  guida alpina

Sito: www.renatarossi.it

A proposito dell'autore

Elena

Amo andare in montagna perché casa e ufficio mi stanno stretti. In montagna il sentiero è l'unica via da percorrere, il fiato non si spreca in parole inutili ma bisogna conservarlo e per arrivare in cima basta mettere un passo dietro l'altro. Vado in montagna perché cieli e panorami si fondono e confondono in forme e colori sempre nuovi, come sentimenti che si aggrovigliano inconsciamente come i colori sulla tela su cui dipingo, i pixel sul monitor in ufficio e la luce nell'obiettivo della mia macchina fotografica. Forse è per questo che in quota telefonini e internet funzionano a singhiozzo, è la natura che ti dice: "Lascia il lavoro a valle, stai con gli amici e con chi ami, stai con gli animali, stai con te stesso. Non ti serve nient'altro.

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